Di Angelo Ginex, Avvocato e Ph.D. in Diritto Tributario, Studio Legale Tributario Ginex & Partners
Articolo pubblicato su “Accertamento e contenzioso n. 64/2020”
Nella quotidianità dei rapporti con il Fisco, il contribuente, stante l’ermeticità e l’eccesiva complessità della materia tributaria, ricorre alla figura del commercialista per adempiere ai propri obblighi dichiarativi e fiscali. Anche il dottore commercialista, però, da buon essere umano, può compiere degli errori, i quali sovente portano a una rideterminazione dell’imponibile a carico del cliente e l’irrogazione di sanzioni amministrative o, finanche, penali.
In questi casi, la giurisprudenza è rigorosa nel ritenere che il conferimento dell’incarico professionale non sposti la responsabilità dell’obbligo dichiarativo sul commercialista, il quale assume il ruolo di mero intermediario. Sicché, le sanzioni irrogate al contribuente restano valide, ferma restando la possibilità di avviare una controversia civile per accertare la responsabilità professionale del commercialista e condannarlo al risarcimento del danno subito.
Proprio in tal senso si sono recentemente espressi i giudici di vertice con la succinta ordinanza n. 8108/2020, laddove, discostandosi da quanto sancito dalla sezione tributaria della Corte di Cassazione, hanno condannato il professionista al risarcimento del danno patito dal contribuente in conseguenza dell’omessa indicazione di una plusvalenza immobiliare.
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